03 Ott Immunofissazione sierica positiva cosa significa e a cosa serve
Immunofissazione sierica positiva, cosa significa?
Si tratta di un esame di laboratorio che permette di diagnosticare le malattie caratterizzate da un’alterazione delle gamma globuline. Viene prescritto a seguito di una anomalia nel tracciato dell’elettroforesi (quando nella frazione gamma del tracciato c’è un aumento delle proteine). Le gamma globuline sono anticorpi i quali sono costituti nella loro struttura da catene pesanti e catene leggere (chiamate catene kappa o lambda). Sono così chiamate in quanto durante la migrazione elettroforetica sedimentano nella frazione gamma del tracciato.
L’immunofissazione permette di studiare – nel sangue o nelle urine del paziente – le classi di immunoglobuline (IgA, IgG, IgM, IgE o IgD) ed il tipo di catena leggera kappa o lambda, in funzione della loro specifica mobilità elettroforetica. Successivamente, per l’identificazione di quale globulina gamma sia chiamata in causa, l’immunofissazione prevede l’inoculo di antigeni specifici per il frammento o l’anticorpo corrispondente (antisieri anti-immunoglobulina): la presenza dell’alterazione sospettata è confermata dalla formazione di un precipitato, visibile ad occhio nudo o al microscopio. Tutte queste informazioni in merito all’immunofissazione servono per indicare se all’interno del sangue o delle urine siano presenti patologie delle plasmacellule. L’immunofissazione sierica positiva è essenziale per controllare e gestire il mieloma multiplo, la macroglobulinemia di Waldenstrom e anche l’amiloidosi primaria.
Immunofissazione sierica positiva cosa significa
Immunofissazione sierica positiva: cosa significa? Conosciuta anche immunoelettroforesi (IFE) indica che ci sono eccessi o alterazioni nel siero sanguigno o urinario del paziente, classi di immunoglobuline o tipi di catena leggera kappa o lambda (queste ultime si uniscono ad altre proteine per formare le immunoglobuline o anticorpi che si indirizzano e bloccano molte delle minacce derivanti da batteri o virus). Dunque, l’immunofissazione sierica è un esame che viene indicato qualora ci sia un eccesso di un clone di cellule B o qualora ci sia un tipo di immonuglobulina praticamente omogenea a livello strutturale ed elettroforetica. Pertanto, le discrasie plasmacellulari vengono individuate mediante l’elettroforesi delle proteine sieriche, seguita appunto dall’immunofissazione sierica. Allo stesso tempo, va prescritto un esame del sangue al fine di indicare quale sia il valore di concentrazione delle immunoglobuline stesse.
L’immunofissazione in pillole: le immunoglobuline
Quando si tratta di immunofissazione sierica, si fa riferimento a due fasi importanti della stessa. La prima è l’elettroforesi in gel d’agarosio e, successivamente, vi è l’immunoprecipitazione con antisieri specifici. La prima fase, dunque, è identica a quella dell’elettroforesi delle proteine (che possono essere urinarie, sanguigne o altri liquidi, utili per capire quante siano in totale le proteine all’interno del liquido, quali siano le normali o quelle patologiche). Questo step sfrutta letteralmente il campo elettrico, laddove le macromolecole tendono a spostarsi per poi raggrupparsi per tipologia, in modo tale da rispondere all’esame in un modo caratteristico. Il risultato derivante (conseguenza del tracciato elettroforetico) viene, in seguito, caratterizzato da picchi e curve che corrispondono alle frazioni di proteine. Tra i picchi vi sono l’albumina e le globuline. In modo particolare per le globuline, queste possono essere individuate nello specifico mediante l’utilizzo del dosaggio singolo. Più gamma globuline sono presenti, più il picco sarà alto.
Come viene eseguita?
L’immunofissazione sierica viene eseguita attraverso un comune prelievo di sangue dalla vena di un braccio. Il siero verrà poi ottenuto per la centrifugazione di tale campione: questo permette di dividere la frazione che contiene la parte corpuscolata o cellulare da quella frazione che, invece, ne detiene la parte liquida del sangue. Va ricordato che l’immunofissazione non è prevista solo per il siero, ma anche per le urine e per il liquido cerebrospinale.
Preparazione all’esame
Prima del prelievo del sangue, il laboratorio richiede al paziente di digiunare per circa 10 ore e in questo lasso di tempo gli sarà permesso assumere una modesta quantità d’acqua. In modo particolare, le indicazioni sopracitate sono per lo più utili e necessarie al fine di eseguire un’immunofissazione urinaria o del liquor. Ad ogni modo, quale sia il tipo di immunofissazione, come quella sierica, è bene indicare al medico se ci sono terapie in corso o se si stanno assumendo farmaci, il tutto al fine di eseguire in maniera eccellente l’esame dell’immunofissazione. Questo, perché, qualora il paziente abbia assunto vaccini o farmaci, c’è la probabilità che aumenti il livello di concentrazione delle globuline e, pertanto, l’esame dell’immunofissazione sarebbe non equo.
Il risultato dell’esame di immunofissazione sierica
Il risultato dell’esame dell’immunofissazione sierica sarà normale (o negativo) qualora le bande siano più ampie e la densità del colore verso i bordi della striscia dell’immunoelettroforesi venga ridotta. In poche parole, l’esito è negativo se le globuline costituiscono dal 9 al 20% delle proteine plasmatiche totali. Qualora, invece, l’esito sia positivo, questo significa che nel tracciato dell’immunofissazione sierica viene localizzata una banda stretta con bordi netti, trovando, pertanto, componenti monoclonali all’interno del siero.
Immunofissazione sierica positiva, cosa significa e dove eseguirla?
Immunofissazione sierica positiva, cosa significa e dove eseguirla?
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